«Non
può esserci democrazia funzionante senza il canale dei partiti.
Nessuna nuova o più vitale democrazia può nascere dalla demonizzazione
dei partiti». Con queste parole, pronunciate al Teatro Toniolo di
Mestre nel settembre del 2012, il Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano si è fatto interprete di un timore largamente diffuso tra le
classi dirigenti: il rapporto tra democrazie e forma-partito sarebbe
sul punto di rompersi definitivamente. A tutto svantaggio, sostiene
Napolitano, della democrazia. È davvero così? Marco Revelli insegna Scienza della politica all’Università del Piemonte orientale e ha da poco pubblicato un libro, Finale di partito
(Einaudi, pagine 138, euro 19), in cui affronta la questione
collocandola in un passaggio d’epoca ben più radicale – il pieno
ingresso in una società post industriale – senza il quale ogni “pro” e
ogni “contro” i partiti rischia di rimanere una sterile petizione di
principio.
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http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=45264
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
martedì 26 marzo 2013
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