STUPIDA RAZZA

martedì 25 febbraio 2014

Sfide impossibili: il debito pubblico


Purtroppo lo è anche il popolo italiano nel suo complesso, deteriorato moralmente non dalla durezza della crisi ma dai decenni di prosperità economica, più devastanti di un bombardamento nucleare.

 Confindustria e Finanza ora puntano su Renzi e i suoi giovanottini e giovanottine ben pettinati, ben sbarbati, bellini, pulitini, con la cravattina d’ordinanza o la gonna da figliola di buona  famiglia.

Fra i tanti problemacci che dovranno affrontare, basta enunciarne due, i maggiori: il debito pubblico e la disoccupazione. Oggi ci occuperemo del primo.
Il debito pubblico mostruoso è maturato in almeno 50 anni di tenore di vita medio superiore alle nostre possibilità, di ricorso a prestiti dall’estero usurai, di sprechi generalizzati e di ruberìe della casta. I soli interessi che lo Stato deve pagare per il debito accumulato impediscono qualunque prospettiva di crescita forte.
Chi predica che si possa uscire dal debito pubblico con atti unilaterali, fosse pure soltanto una ristrutturazione del debito, diffonde illusioni. A ogni debito corrisponde un credito. Per ogni debitore c’è un creditore. I creditori hanno sempre strumenti di ritorsione che impediscono al debitore di uscire dal debito con decisioni unilaterali. Tanto più nei rapporti con grandi banche e con Stati.
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