Fino a dieci anni fa o giù di lì, per capire dove stava andando il capitalismo occorreva guardare a quel che avveniva negli Stati Uniti. Ora bisogna guardare a quel che avviene in Cina. Per lo meno per quel che riguarda l’evoluzione della produzione manifatturiera (altra cosa sono i mercati finanziari, saldamente incentrati sull’asse New York-Londra).
La Cina è diventata la manifattura del mondo grazie a un costo del lavoro (40 anni fa) ai minimi mondiali, per una forte concentrazione politica del potere (il sindacato è un’espressione del partito, quindi ha per baricentro la realizzazione degli obiettivi di piano, non la rappresentanza puntuale dei lavoratori), per l’apertura agli investimenti stranieri sia pur mediata dall’obbligo della condivisione del know how.
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