Caso Pizzarotti: un errore della nomenklatura pentastellata che il M5S rischia di pagare a caro prezzo, tagliando fuori voci democratiche e creative.
Mi posso permettere di parlare con molta libertà del Movimento Cinque Stelle, nell’ora in cui questo perde Federico Pizzarotti, proprio lui, il suo primo sindaco di una città capoluogo, con tanto di saluto finale sprezzante di Beppe Grillo.
Mi posso permettere tanta libertà perché ho combattuto contro i giudizi ingiusti che per anni sono stati espressi contro i cinquestelle, sia i giudizi di quelli che avevano interessi – spesso loschi – da difendere, sia quelli dei troppo pigri intellettualmente (quelli cioè che vedono il fascismo dove non c’è e non si accorgono di chi ha difeso in Parlamento la Costituzione contro la riforma Boschi-Verdini).
Molti amici del MoVimento sanno che nel difenderli ho affrontato rimproveri e persino qualche insulto per solo amore della verità.
Molti amici del MoVimento sanno che nel difenderli ho affrontato rimproveri e persino qualche insulto per solo amore della verità.
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