C’è una storia/parabola (oggi diremmo storytelling) che mi raccontava sempre mio padre da piccolo. C’è un capocantiere che sa con certezza che uno dei suoi operai ruba attrezzature aziendali. Ma, nonostante i suoi sforzi, non riesce a capire come fa. Tutte le sere il personale in uscita viene controllato. Tutte le sere la carriola dell’operaio viene perquisita e risulta contenere solo effetti personali. Finché, all’improvviso, un’intuizione lo illumina: il ladro ruba carriole.
C’è una versione colta della storia, che per quanto diversa, conduce alle stesse conclusioni. Mi riferisco al racconto La lettera rubata di Edgar Allan Poe. Questa lettera, cercata da tutti, sembra introvabile. Ma Dupin, il prototipo dell’investigatore, armato di logica e intuizione, trova la soluzione. In quale posto la lettera non verrebbe cercata? Nel posto più visibile e controllato, nel centro della scrivania. La lettera sta lì, sotto gli occhi di tutti e, proprio per questo, risulta invisibile.
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