STUPIDA RAZZA

lunedì 11 marzo 2013

Non dobbiamo adeguarci al Pensiero unico

Professor Tarchi, Lei sin dalla giovane età si è occupato di politica, prima come militante poi come studioso. Cos'è cambiato nel panorama politico dagli anni settanta ad oggi?

Prima di tutto, è cambiata un’atmosfera. Si è modificato un clima psicologico. Gli anni Settanta sono stati l’epoca delle speranze, delle utopie, delle illusioni. Un tempo in cui alla politica veniva assegnato un ruolo salvifico. Solo negli ambienti più radicali, di diverso segno, si ambiva a fare della militanza uno stile di vita, ma nelle società di molti paesi una qualche aspirazione alla modifica – attraverso la politica – della situazione esistente era ampiamente diffusa. Oggi viviamo l’era della rassegnazione, del pragmatismo spicciolo, del piccolo cabotaggio. Si dà per scontato un po’ ovunque che debba essere l’economia, con i suoi postulati e i corrispondenti imperativi, a guidare le mosse della classe politica. Lo spirito del tempo induce i più a credere che stiamo vivendo nel migliore dei mondi possibili, e che tutto quel che dobbiamo fare è salvaguardarlo. L’obiettivo a cui si guarda è rendere eterno il presente, cercando soltanto di rappezzarne qualche toppa. Nel Sessantotto si esagerava, sognando di mandare la fantasia al potere, ma adesso si esagera in senso inverso, riducendo la politica alla mera amministrazione di risorse materiali più o meno scarse.
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