Si potrebbe ipotizzare che il rifiuto di pensare come un tutt’uno il
problema dell’economia e quello dell’educazione sia la causa profonda
dei nostri fallimenti in entrambi i campi. Dissociarli significa infatti
cedere alla grande tentazione postmoderna: rifiutare di porsi la
questione delle finalità. Nelle situazioni di povertà che viviamo oggi è
inevitabile che la priorità venga data agli obiettivi a breve termine e
ai modi di raggiungerli (aiuti d’emergenza, piani sociali, formazione
professionale permanente). Ma nel contempo si passa sotto silenzio la
questione del sapere in vista di cosa si lavora o si studia.
È
considerata una sorta di lusso, un sogno da intellettuali idealisti a
beneficio di altri sognatori, un sogno che bisogna in fretta dimenticare
per ripiegare prontamente sugli obiettivi a breve termine. Come in
altri ambiti, il problema dei fini ultimi è abbandonato alle divagazioni
talvolta letali dei fanatici e dei folli.
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http://temi.repubblica.it/micromega-online/siamo-tutti-condannati-allutopia/
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
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