STUPIDA RAZZA

venerdì 16 maggio 2014

MATTEO SALVINI ALLA RICERCA DELLA VERGINITA’ PERDUTA

non incantatte più nessuno.
E’ uno degli incipit più straordinari del “Purgatorio” di Dante Alighieri, quello del canto VI in cui il poeta pronuncia una famosa invettiva contro la corruzione politica dell’Italia (nothing has changed), e riproduce una scena spesso frequente nella vita di Firenze del medioevo, con un’abilità visionaria così potente che farebbe invidia perfino a Ridley Scott, quando agli angoli delle strade si fermava talvolta un nugolo di persone per assistere al “gioco della zara”, una sorta di gioco d’azzardo dell’epoca (dall’arabo zahr = dado = azard = azzardo) in cui un professionista del gioco, cioè un baro, riusciva a raggirare gli avversari con l’inganno, intascando un bel gruzzolo, poi si allontanava, seguito dai parassiti o dai complici, che pretendevano il loro compenso, sbarazzandosi così dei perdenti rimasti scornati.
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