indovinate chi saranno i nuovi terroristi ?
chiaro,i populisti.
Giorgio Napolitano è
un anziano signore che tuona contro l’antipolitica, non rendendosi
minimamente conto del paradosso che incarna: il suo modo di concepire
la politica è
pura essenza antipolitica. Del resto tutto questo non è poi così
strano, visto che la biografia dell’anziano signore è quella di chi ha
smarrito la Fede (il Comunismo) già negli anni giovanili, riversando la
propria passione (fredda) sul ruolo di controllo sociale esercitato da
una minoranza, a mezzo politica fattasi
istituzione. Pier Paolo Pasolini coniò la metafora “Palazzo” per questa
mutazione genetica, che allontanava la collettività dalle scelte
riguardanti il suo stesso futuro;
dirottandole in un ultramondo inavvicinabile e imperscrutabile, dove
manipoli di eletti – facendo finta di accudire l’araba fenice
dell’Interesse Generale – coltivavano con inesausta passione i propri
privilegi corporativi; badando bene che il mondo esterno non penetrasse
mai nelle loro stanze dorate rovinandone la festa. Un incantesimo durato
per decenni (e alimentato con illusionismi verbali, di cui l’ultima
trovata è la demonizzazione del cosiddetto “populismo”, ossia
l’intromissione indebita delle persone negli affari che “li
riguardano”).
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