Le
tasse ai ladri e alla mafia- Ormai è sotto gli occhi di tutti: le
tasse che paghiamo vanno in mano ai ladri della politica, delle
istituzioni, della burocrazia, delle mafie, che le usano soprattutto per
arricchirsi, senza curarsi di spenderle bene e utilmente,
nell’interesse collettivo. A Roma era così già 50 anni fa. E’ la
costante nazionale, il carattere essenziale e immutabile dello Stato
italiano.
Rubare
è lo scopo per cui si fa politica, e il mezzo con cui si fa politica, è
il criterio con cui si fa carriera in politica e nell’apparato pubblico
e partecipato. In questo quadro, i divieti all’uso del
contante, l’imposizione di tenere i soldi in banca e di rendersi
completamente tracciabili, col fisco che ti fa i conti in tasca e ti
manda la dichiarazione dei redditi a casa, come se l’evasione fiscale
dipendesse dall’uso del contante nelle transazioni spicciole, è un modo
per consentire alla casta di saccheggiare direttamente e senza difese il cittadino,
e per le banche di lucrare su ogni transazione, cumulativamente: 100
pagamenti di 100 euro l’uno, a 1,5 euro di commissioni, fanno guadagnare
alla banca 150 euro, se fatti con la carta di credito, e zero, se fatti
per contanti.
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