Il M5S in questo ultimo anno sembra aver superato la fase di appannamento seguita alle europee. A 10 anni dal primo incontro degli ‘amici di Beppe Grillo’ a Torino la creatura politica del comico genovese, nata nel 2009, è in pole position per a Roma e viene data dai sondaggi nazionali a pochi punti dal PD, con la possibilità, se si votasse oggi, di vincere al ballottaggio e andare al Governo. Sarebbe l’apoteosi di un’idea che è stata in grado di affermarsi in un tempo relativamente breve in un mercato della politica caratterizzato dalla crisi dei partiti tradizionali. Un fenomeno che oggi fa tremare il renzismo, ma che in parte si alimenta dalla stessa fonte: l’idea del leader carismatico che abbatte le burocrazie di partito, la mistica della Rete, il giovanilismo, il mito del capitalismo ‘serio’, di Steve Jobs e dello Stato che mette in galera gli evasori fiscali e persino l’illusione di poter cambiare il PD attraverso le primarie (nel 2009 Grillo vide respingere la propria candidatura alla segreteria del PD).
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