STUPIDA RAZZA

lunedì 28 gennaio 2019

A Davos il brasiliano Bolsonaro canta una canzone di umana follia



No Xi, no Putin, no Modi. No Trump, no Macron, no May. La Merkel difficilmente potrebbe essere considerata un best seller. Non essendoci nessuna concorrenza, il presidente brasiliano Jair Bolsonaro, l’ex paracadutista felicemente ribattezzato dai media occidentali  “il Trump dei tropici,” al World Economic Forum (WEF) di Davos non poteva assolutamente essere scavalcato da nessuno nel ruolo di nuovo salvatore del capitalismo globale.
L‘Uomo di Davos (e, in misura molto più ridotta, la Donna) era abbastanza incuriosito per il primo giro di valzer di questo debuttante nella sala da ballo della geoeconomia. Dopotutto, aveva continuato a promettere privatizzazioni a gogo, tagli alle tasse, la definitiva sconfitta dei “comunisti” e una svendita senza precedenti di succulenti beni brasiliani. Sembrava anche meglio di una caipirinha, il cocktail nazionale, sotto il sole.
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