Strano mese quello delle calure agostane, già bilanciate dai primi rovesci di pioggia, dai primi avventi d’Autunno, ma lasciati ancora oltre la porta d’ingresso, in silente attesa. Pare una forma di sospensione del tempo, quasi la timidezza d’osservare il dopo, il rendersi conto, anzitempo, di ciò che avverrà.
L’Agosto più colmo di sorprese fu senz’altro quello del 1943, durante il quale i canti di guerra mutarono senso: “La guerra continua”, fu l’incipit di Badoglio al 26 Luglio del 1943: già, ma da che parte si continuava ancora non era stato raccontato agli italiani. C’era il fatidico Agosto di mezzo – il mese delle vacanze – il mese nel quale tutto viene deciso.
La coreografia dell’epoca è interessante: il gran teatro definito “Gran Consiglio del Fascismo” dormiva sonni profondi – a volte sereni, altre funerei – dal Dicembre del 1939. Ohibò: c’è una nuova guerra: che facciamo?
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