Non
navighiamo in buone acque. Il Governo Letta si insedia (avrei scritto
“si insinua”) sotto i nostri occhi e, sebbene l’inciucio sia scandaloso e
l’alleanza strutturale tra PD e PDL ormai visibile a tutti, c’è ancora
una parte del Paese – che non disprezzo, beninteso, ma nella quale non
mi riconosco – che preferisce un Governo purchessia alla faticosa
ricostruzione di un tessuto democratico lacerato da almeno vent’anni di
larghe intese fantasma, oggi uscite alla luce del sole. Che nasca
un’opposizione popolare a questo scempio è di prioritaria importanza, e
lo è altrettanto la necessità che prenda forma un’alternativa adulta e
costruttiva. Il Movimento 5 Stelle ha il compito di guardarsi intorno e
di dare rappresentanza alle istanze di lotta e alle proposte di
cambiamento che sorgono sui territori e fuori dal coro dei canali mainstream.
La battaglia più difficile sarà quella di far crescere, in maturità ed
efficacia, le azioni politiche della nuova opposizione, svincolando il
suo enorme potenziale dal condizionamento dei grilli e dei casaleggi che
ne stanno ipotecando il futuro.
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