STUPIDA RAZZA

domenica 2 marzo 2014

L’EUROPA AL BIVIO

Sul cammino dell’alta finanza
L’Europa è a un bivio. Da una parte c’è una strada già segnata e intensamente frequentata dagli organi centrali dell’Unione europea (Commissione, Consiglio e BCE), dal Fondo Monetario Internazionale (IMF), dai Governi dei paesi membri, dai partiti che li sostengono e, soprattutto, dall’alta finanza che domina il mondo, che governa un’economia ormai globalizzata, che detta i principi e impone le scelte a cui tutti – comprese le costituzioni democratiche che intralciano le sue attività – devono adeguarsi. Forse non è stata prestata sufficiente attenzione allo slittamento semantico implicito nella graduale sostituzione del termine “mercato” (al singolare), fino a ieri presentato come l’ambiente ideale per risolvere, nel senso di una loro ottimizzare, i problemi di tutti e di ciascuno, con il termine “mercati” (al plurale), che indica invece, in ultima analisi, un numero molto ristretto di attori: i protagonisti dell’alta finanza internazionale, che “votano” al posto nostro, cioè che decidono che cosa debbano fare i governi di ogni paese e come debbano essere riformate leggi e costituzioni. Quello slittamento allude alla transizione da un meccanismo anonimo, perché agito da tutti e da ciascuno, ma in teoria perfettamente trasparente (un meccanismo che in realtà non è mai esistito allo stato “puro”) a un potere opaco – e anonimo solo perché i suoi detentori preferiscono agire nell’ombra – che ha finito per polarizzare in misura crescente la società verso le punte estreme di una ricchezza e un potere immensi, da un lato, e di una povertà e ricattabilità crescenti dall’altro. In questo scivolamento semantico si riflette cioè il passaggio da una versione ottimistica del liberismo, che vede nel trionfo dell’economia di mercato in tutti gli ambiti della vita sociale la strada del progresso e del benessere, a una visione cupa e pessimistica, che presenta “i mercati” come potenze oscure a cui bisogna però sottomettersi per non incorrere nella catastrofe (il default) che esse possono provocare in ogni momento.
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