La
crisi ha mostrato il vero volto del processo d’integrazione
europeo. A dispetto di tanta pubblicità, oggi la Ue non gode di
grande reputazione presso i popoli europei. Quando si parla di Europa
occorre evitare i facili equivoci. L’Unione europea non è infatti
l’Europa, ma una sua parte e l’Eurozona è, a sua volta, una
parte della Ue. Ciononostante nel linguaggio corrente i termini sono
interscambiabili.
Il
processo di integrazione europeo si è ammantato di nobili ideali e
anche di qualche utopia, rincorrendo il sogno federale degli Stati
Uniti d’Europa ma realizzando l’incubo sovranazionale della Ue,
cioè dell’Europa degli Stati Uniti. Europa degli Stati Uniti sia nel senso che ad integrarsi sono stati i paesi di quella parte d’Europa soggetta all’egemonia Usa (significativo che l’allargamento dell’Ue ad est avvenga parallelamente all’espansione ad est della Nato), sia nel senso che la costruzione dell’unione avviene sotto la tutela americana, all’insegna dell’accettazione piena della reazione neoliberista già in voga nel mondo anglosassone e, in definitiva, come ulteriore tappa del processo di mondializzazione1.
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