Quando li sento parlare di ripresa mi faccio sempre delle grasse risate. Azzardano previsioni di crescita -sempre smentite-
che si fondano sul nulla e non hanno la minima cognizione della
distruzione di ricchezza che è stata prodotta per via della crisi. Il
prodotto interno lordo, dall'inizio della crisi, ha perso circa 9 punti
percentuali. Detta in questo modo, potrebbe apparire come fattore
irrilevante. Ma in realtà non lo è affatto.
Cerco di spiegarlo con altri numeri.
Nel
periodo 1995 - 2007 l'Italia è cresciuta mediamente di un misero 1.5%
annuo. Valori da sogno, se paragonati a quelli degli ultimi anni e a
quelli che ci attendono nel prossimo futuro. Prendendo come rifermento
il prodotto interno lordo a valori concatenati del 2010 calcolato
dall'Istat con la metodologia introdotta da Esa 2010,
ho provato a stimare la perdita di Pil prodotta rispetto al valore
tendenziale che si sarebbe ottenuto se l'Italia fosse cresciuta allo
stesso ritmo del periodo 1995-2007, e cioè all'1.5% medio annuo.
Tenuto conto che anche nell'anno in corso il Pil diminuirà dello 0.3% (stime Istat), la perdita di Pil che avremo a fine 2014 rispetto all'output che si sarebbe avuto, è di circa 327 miliardi, che rappresentano circa il 21% del Pil attuale.
Tenuto conto che anche nell'anno in corso il Pil diminuirà dello 0.3% (stime Istat), la perdita di Pil che avremo a fine 2014 rispetto all'output che si sarebbe avuto, è di circa 327 miliardi, che rappresentano circa il 21% del Pil attuale.
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