STUPIDA RAZZA

venerdì 5 dicembre 2014

Addio al modello svedese

tutto il mondo è paese grazie alla globalizzazione.
GENTILE e infaticabile, Carl Smitterberg è un quarantenne poliglotta e sportivo, elegante casual, giacca blu di buon taglio e camicia button down: sembra un giovane manager di un’industria d’eccellenza, o di una banca scandinava approdata a Canary Wharf a Londra. Invece no, percorre veloce la città tutto il giorno in Tunnelbana, lo splendido, profondissimo métro-rifugio antiatomico, per occuparsi degli anziani e dei disabili ai quali porta a casa gli allarmi da polso collegati alla centrale di soccorso. «Abbiamo molti fondi, ma oltre 110mila dei 900 mila abitanti di Stoccolma sono over 65, trend in aumento», spiega. Li Jansson, brava e giovane esperta dell’istituto Almega, è in prima linea per l’integrazione dei migranti, «dobbiamo far di più per loro o i populisti cresceranno», mi dice. Kristina Persson, nel nuovo governo di sinistra, è la ministro del Futuro e riprogetta il sistemapaese, non ha dubbi: «Il modello nordico deve cambiare per restare sostenibile, organizzarsi meglio, creare, produrre, integrare di più e dare più lavoro, altrimenti i populisti diverranno una sfida davvero pericolosa». Tempo di riflessioni quiete-amare, a Stoccolma sorridente e gentile, affollata per lo shopping, profumata di candele e ghirlande dell’Avvento, accesa da decorazioni, mercatini di Natale, abeti addobbati: persino il Kungliga Slotten, il Palazzo reale dove presto regnerà l’amata Viktoria, è illuminato a festa. «Il Nord è ancora il paradiso del mondo», dice lo scrittore critico danese Jussi Adler- Olsen, «ma sta cambiando, diventa meno solidale e meno liberal, e noi intellettuali cominciamo a temere di svegliarci un giorno e non trovarlo più, scoprirci all’improvviso in un paradiso perduto, troppo tardi per un attimo».
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 http://www.dirittiglobali.it/2014/12/addio-modello-svedese/

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