Ormai siamo in tanti a dichiarare la necessità di un superamento della vecchia dicotomia fra destra e sinistra. Voler essere né “di destra” né “di sinistra” è diventato quasi un luogo comune. 
  
In fondo ha più senso una contrapposizione che metta di fronte, su opposte barricate, liberisti e statalisti.
  Da una parte, quella liberista, troveremmo i fautori del mercato, 
della  libera iniziativa, dei diritti dell’individuo, essendo lo Stato  
soltanto garante della legalità. Dall’altra parte troveremmo i fautori  
di un’economia regolata e programmata dai poteri pubblici, al fine di  
una più giusta distribuzione del reddito, e i favorevoli a una funzione 
 “pedagogica” dello Stato. Faremmo così scoperte sorprendenti, dovendosi
  collocare, sul versante liberista, liberal-conservatori,  
liberal-democratici, e perfino anarchici. Ancora più sorprendentemente  
troveremmo dall’altra parte delle barricate keynesiani, comunisti,  
socialisti e fascisti.
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