NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
lunedì 28 settembre 2015
Alchimie politiche liberaldemocratiche in Italia (piddì forever?)
La narrazione liberaldemocratica, a copertura del potere oligarchico-finanziario che impazza, ci suggerisce che il popolo è comunque sovrano e le elezioni politiche, a suffragio universale, sono il momento clou della democrazia, in cui si mettono a confronto programmi politici contrapposti e si decide chi governerà il paese. Infatti, spulciando la Treccani online a tutti accessibile, alla voce “liberaldemocrazia” scopriamo che si tratta di un Regime politico basato sulla combinazione del principio liberale dei diritti individuali con il principio democratico della sovranità popolare. Spesso viene usata, come sinonimo, l’espressione “democrazia liberale”. In entrambi i casi si intende sottolineare che il riconoscimento della sovranità del popolo va di pari passo con l’intangibilità di una serie di libertà individuali (pensiero, religione, stampa, impresa economica). L’ibridazione fra liberalismo e democrazia, un tempo divisi e contrapposti, è subordinata al liberismo economico, che fa il paio con il liberalismo. Proprio qui sta il problema di fondo, perché decide chi detiene veramente il potere economico-finanziario, nonostante quelle periodiche e rituali “espressioni della volontà popolare” che sono le elezioni. Se John Locke fu il teorico dello stato liberale e Spinoza di quello democratico, il vero motore della liberaldemocrazia occidentale, oggi, non è il pensiero filosofico ma gli sfuggenti Mercati & Investitori, che ne raccolgono i frutti decidendo i governi, espropriando le risorse degli stati e consolidando un potere sovranazionale.
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