Ieri insieme al professor Bradford Delong in “Storia di ammonimento sulla restrizione monetaria negli Usa” abbiamo visto come non ci sia alcuna ragione per aumentare i tassi in America oggi se non quella di dare un messaggio politico o di far finta che l’economia americana sia in gran forma.
“Il ciclo di stretta monetaria su cui la Fed ora sembra destinata a imbarcarsi giunge in un momento delicato per l’economia. Il tasso di disoccupazione degli Stati Uniti potrebbe suggerire il rischio di aumento dell’inflazione, ma il rapporto occupazione-popolazione continua a segnalare un’economia in profonda emergenza. Infatti, i modelli salariali suggeriscono che questo rapporto, non il tasso di disoccupazione, è il migliore indicatore di rallentamento dell’economia – e nessuno dieci anni fa avrebbe interpretato il rapporto di oggi occupazione-popolazione come una giustificazione per la stretta monetaria.
Infatti, nemmeno la Fed sembra convinta che l’economia si trovi di fronte un imminente pericolo di surriscaldamento. L’inflazione negli Stati Uniti non è solo inferiore all’obiettivo a lungo termine della Fed; si prevede che resti così per almeno i prossimi tre anni. E il cambiamento della Fed in materia di politica monetaria arriva in un momento in cui i suoi economisti ritengono che la politica fiscale è impropriamente restrittiva.
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