È sorprendente che molti giornali ci comparino a Corbyn. Hanno buoni motivi per farlo.
È sorprendente, paradossale, perfino ironico, che tanti mezzi di comunicazione ci comparino con un veterano laborista come Jeremy Corbyn.
Cosa può accomunare il nuovo capo di un vecchio partito fondato dai sindacati britannici con una formazione nata un anno e mezzo fa in Spagna?
Semplicemente una cosa: il fallimento del liberalismo sociale della Terza Via.
Dicono di Podemos che siamo il partito degli indignados. Non è del tutto sbagliato, ma non è una spiegazione sufficiente. Il movimento 15-M e il movimento degli indignados in Spagna sono stati il frutto a livello sociale di quello che chiamiamo neoliberismo. Quel tipo di organizzazione politica che ha distrutto le istituzioni di protezione sociale, l’industria e i sindacati, che ha prodotto le bolle speculative basando il consumo sul sistema di credito, e che è stato incapace di presentare soluzioni accettabili quando la crisi finanziaria ha accelerato la distruzione dei servizi pubblici impoverendo la classe media e la classe lavoratrice. Quando la crisi è arrivata in Spagna, il PSOE, partito tradizionalmente identificato con lo Stato sociale, era al governo e non ha saputo proporre alcun tipo di alternativa. Non solo non ha osato proporre politiche di stampo socialista, ma non ha neppure saputo contrastare le politiche di tagli e d’austerità offrendo un minimo programma di stampo neokeynesiano a favore dei cittadini. Josè Luis Rodríguez Zapatero si è semplicemente arreso al cospetto della crisi adottando le stesse misure che avrebbe adottato un governo conservatore. Egli stesso ha riconosciuto in un libro di memorie di esser conscio che le misure che stava adottando avrebbero fatto perdere le elezioni al suo partito.
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