
Nel primo pomeriggio di mercoledì, quando Wall Street aveva da poco aperto le contrattazioni, è giunta la notizia: il Nasdaq 100 aveva raggiunto il suo record storico, 7704,773 punti. Con questo risultato, l’indice tecnologico segnava un +21,8% da inizio anno, mentre le sue aspettative di utile per azione languivano a -0,8%. Cosa c’è che non torna in questa narrazione del reale? Nulla. È il new normal. E la conferma è arrivata il giorno prima dall’ultimo sondaggio mensile di Bank of America presso i principali gestori di fondi, mia fonte inesauribile di dati e indicazioni. Questo grafico dice tutto: se infatti in cima alle preoccupazioni da tail risk di chi opera a livello professionale restano la guerra commerciale e il rallentamento cinese, ecco che una new entry ha calcato prepotentemente la ribalta al terzo posto. Ma, badate bene, schizzando subito al 17% del totale dall’assenza assoluta del mese prima: l’impotenza della politica monetaria.
LEGGI TUTTO:
https://www.ilsussidiario.net/news/economia-e-finanza/2019/4/19/spy-finanza-il-petrolio-smonta-i-sostenitori-di-greta-e-dei-rialzi-di-wall-street/1873282/
Nessun commento:
Posta un commento