Le nostre società, cosiddette secolarizzate, non hanno mai smesso realmente di interrogarsi sul ruolo etico, normativo, religioso e perfino politico dei Dieci Comandamenti. E non sorprende perciò che una casa editrice laica come il Mulino abbia deciso di pubblicare una serie di autorevoli interventi sui comandamenti del Decalogo. Quello dedicato a Non nominare il nome di Dio invano si avvale dei contributi del biblista Piero Stefani e dello storico della politica Carlo Galli. Si tratta di un comandamento più vicino all´avvertimento che all´imposizione. Tiene conto dell´impronunciabilità e insieme della forza evocativa che si cela dietro la parola Dio. Etimologia e teologia sono i due campi nei quali più spesso risuona il suo Nome. Ma è nella storia (o nell´alter ego della politica) che ha trovato la propria intima realizzazione.
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NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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