Molti hanno visto nel risultato referendario uno spiraglio di speranza per questo disastrato Paese, qualcuno ha sostenuto che esso ha rappresentato la dimostrazione che esiste ancora una vasta capacità di mobilitazione civica a difesa del bene comune. Finalmente, si è detto, i cittadini hanno saputo reagire davanti agli interessi che volevano privarli, nel nome del profitto, di loro diritti essenziali. Non parlo poi di coloro che in questo quadro roseo hanno inserito le vittorie elettorali di De Magistris e Pisapia, perché in questo caso, più che di ottimismo, bisognerebbe parlare di deficit di realismo (termine politically correct in luogo del più pertinente “idiozia”).
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