molto probabile.
Questo per dire che il declinante capitalismo occidentale è appeso alle performances del capitalismo cinese. Ove anch’esso s’inceppasse un crack di dimensioni ciclopiche sarebbe inevitabile.
Mi corre l’obbligo di rispondere all’accusa secondo cui le nostre analisi della crisi sarebbero viziate da un“catastrofismo pregiudiziale”. Non ci riferiamo anzitutto a coloro i quali credono ancora al mito delle magnifiche sorti e progressive del capitalismo. Parliamo piuttosto dei keynesiani alla Krugman (per i quali il debito non è mai un vero problema e diventa anzi un toccasana in caso di ciclo depresso) e ad analisti che si rifanno a linee di pensiero anticapitalistiche. Questi analisti, keynesiani e/o anticapitalisti latu sensu, sostengono che il capitalismo “non crollerà per il debito pubblico degli stati, né per la somma di questo con quelli privati”. Dicono anzi, svelando un certo “complottismo”, che alcune grandi consorterie finanziarie stanno esagerando artatamente la portata della “crisi da debito”, proprio per abbindolare l’opinione pubblica, per far sì che i popoli accettino un gigantesco e verticale drenaggio di ricchezza dal basso verso l’alto, allo scopo di rilanciare i processi di accumulazione e valorizzazione.
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http://sollevazione.blogspot.com/2010/03/di-cosa-e-malato-il-capitalismo.html
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
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