Su il sipario. Ecco la multinazionale dell’imbroglio fiscale. La
sua fisionomia, il suo capitale sottratto alle dichiarazioni
patrimoniali ufficiali, che secondo lo studio di James S. Henry – l’ex
capo economista di McKinsey – ammonterebbe a una cifra compresa fra i 21
mila e i 32 mila miliardi di dollari («pari alla ricchezza prodotta da
Stati Uniti e Giappone»), il suo modus operandi, con la mappa
dell’evasione mondiale negli ultimi trent’anni, sono in una scatola
nera, l’«hard disk» di un computer che Gerard Ryle, direttore del
Consorzio Internazionale dei Giornalisti d’Inchiesta (l’Icij di
Washington), ha ricevuto per posta qualche tempo fa.
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