STUPIDA RAZZA

lunedì 13 maggio 2013

Longevità, patologia sociale

Caro direttore: longevità, patologia individuale e sociale. Ma sfoghiamoci almeno a dirla, qualche verità malvista! Vivere oltre un certo limite è subire un lento, prolungato, implacabile martirio. Quanto viveva il pre-uomo dei paleontologi? Se arrivava a vent'anni era molto, poi qualche animale selvatico con denti enormi s'incaricava di togliergli le pulci. Milioni d'anni di vita breve ci hanno educati a comprendere meravigliosamente l'infinita sacralità della morte, a collocare la reale durata della vita in un ignoto Altrove. Un mattino del secolo in cui gli attuali longevi sono nati, ci siamo svegliati, ed ecco la sacralità della morte era sparita, il suo nome diventato impronunciabile, un delirante apparato medico-chirurgico a sbranarne i resti, a far vivere in coma di spavento senza limiti di durata uno stuolo di sventurati Ariel Sharon, una moltitudine di sventurate Englaro.
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