“Il linguaggio, prima di significare qualcosa, significa per qualcuno”, questa è la pietra miliare su cui Lacan costruisce tutto il suo ragionamento. L’Altro, secondo il noto filosofo e psichiatra, non è qualcosa di fisico come un uomo, ma un luogo, e più precisamente “il luogo di dispiegamento della parola”, come l’ha definito lui stesso. Dato che “l’inconscio è strutturato come un linguaggio”, va da sé che l’Altro è il luogo della definizione del percorso comunicativo non solo conscio, ma anche inconscio. L’assimilazione di tutto ciò che riguarda le esperienze di vita è quindi legato all’Altro. Il simbolismo linguistico lega l’uomo alle leggi sociali tramite l’Altro.
Il dramma della follia per Lacan, nella relazione del soggetto con il significante, è l’effetto finale della mancanza di simbolizzazione ed è quindi una virtualità permanente per ogni essere umano. Nulla infatti garantisce l’armonia dell’individuo con l’Altro se non il costante processo di soggettivazione.
LEGGI TUTTO:
Nessun commento:
Posta un commento