STUPIDA RAZZA

giovedì 20 giugno 2019

Tutto cambia perché nulla cambi Il ritorno della Li(b)ra?



Con le parole di M. Zuckerberg progetto «Libra» vuole essere «una moneta universale, tecnologicamente simile al Bitcoin, con la quale pagare dalla corsa su Uber all’abbonamento di Spotify, comprare su Instagram o inviare soldi ad un parente». 
Per Zuckerberg 
«La missione è creare una infrastruttura finanziaria globale che serva a miliardi di persone in tutto il mondo. Vogliamo rendere facile per tutti inviare e ricevere denaro proprio come accade con le nostre app per condividere istantaneamente messaggi e foto». 
La moderna valuta globale promossa da Facebook per pagamenti sui più diffusi servizi di messaggistica come messenger, whatsapp, instagram, ha un nome antico: Libra (Libra, dal latino significa bilancia, simbolo di giustizia o se preferite il francese libre nel senso di libero o anche l’unità di misura del peso, la libbra, in uso nei paesi anglosassoni). La prima impressione che se ne trae è quella di una valuta emessa da una sorta di impero transnazionale fatto di player globali, tra cui soprattutto multinazionali che prendono le mosse dai grandi NetWork, che fanno del mondo un paese. E-commerce, giganti delle telecomunicazioni, gestori di pagamenti, on demand companies, sono il genere di investitori che hanno deciso di aderire al consorzio Libra Association. FB conta di riuscire a coinvolgere un centinaio di grossi partecipanti. Un sistema dunque globale e isolato allo stesso tempo in cui si integrano perfettamente pubblicità, commercio e sistema monetario privato, non è neanche una brutta copia del bancor, di keynesiana memoria, di cui si valorizza esclusivamente l’idea di una unità di conto globale. 
LEGGI TUTTO:

Nessun commento:

Posta un commento