Prima o poi, la “massima pressione” degli Stati Uniti sull’Iran verrà inevitabilmente contrastata da una “massima contropressione.” Le scintille sono infaustamente destinate a volare.
Negli ultimi giorni, i circoli dell’intelligence in tutta l’Eurasia avevano sollecitato Teheran a considerare uno scenario abbastanza lineare. Non ci sarebbe bisogno di chiudere lo Stretto di Hormuz se il comandante della Forza Quds, il generale Qasem Soleimani, la bestia nera per eccellenza del Pentagono, spiegasse in dettaglio sui media globali, che Washington, semplicemente, non ha le capacità militari per tenere aperto lo Stretto.
Come ho già riferito in precedenza, la chiusura dello Stretto di Hormuz distruggerebbe l’economia americana, facendo detonare un mercato dei derivati da 1,2 quadrilioni [negli Stati Uniti il quadrillion è un numero rappresentato dall’unità seguita da quindici zeri (1.000.000.000.000.000 ) N.d.T.] di dollari; e questo farebbe collassare il sistema bancario mondiale, stritolando gli 80 trilioni di dollari del PIL mondiale e provocando una depressione mai vista prima.
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