STUPIDA RAZZA

domenica 12 giugno 2011

Il dominio dell'Innaturale

Nell'opera "La grande trasformazione", Karl Polanyi si sofferma ad un certo punto in una riflessione illuminante: gli Stati del mondo capitalista, nel periodo in cui il capitalismo diventava un fenomeno mondiale irreversibile, tra la metà del XIX e gli inizi del XX secolo, se lasciati a sè e non sollecitati dall'"esterno" -per esempio dalla grande finanza internazionale o tramite accordi o imposizioni da parte di altri Paesi- tendevano a scegliere una politica di economia autarchica e protezionista, mai liberista o di mercato. Dal punto di vista economico forse questa osservazione potrebbe non dire molto, ma dal punto di vista antropologico sì. Scrivendo ciò infatti, il grande economista ungherese ribadisce implicitamente come il mercato cosiddetto "libero" e razionale, non fosse altro che una sorta di forzatura, imposta dal mondo del grande capitale e dell'industria, e niente invece di automatico, meccanico e naturale, come molti pensavano allora; perchè i presunti meccanismi razionali e "scientifici" del mercato libero derivavano da interventi esterni, pianificati e consapevoli, volti a distorcere una tendenza che le diverse Nazioni avevano come propria.
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