Sottocapitalizzate. Burocratizzate. Contigue al sistema politico. Soffocate da derivati e investimenti sbagliati. Provinciali. Care. Dipendenti dallo Stato e dalla Bce. Ciascuno dice la sua sulle banche italiane.
“È un sistema malato” è la definizione di Alessandro Penati, ordinario di Corporate finance e Finanza aziendale presso la facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative all’Università Cattolica di Milano, editorialista per le pagine economiche del quotidiano “la Repubblica”
e di solito restio a concedere interviste. “Malato per varie ragioni.
Il sistema bancario ricorda le acciaierie degli anni 70: grandi
impianti, reti inefficienti e costose. Secondo, la crisi dell’euro
riguarda anche le banche italiane, le quali devono fare i conti con un
‘rischio Italia’ che impone loro un costo sulla raccolta di capitali
superiore al rendimento dei prestiti che fanno. E proprio questa
correlazione tra crisi del debito e crisi delle banche -anche se a
livello europeo si si tenterà di separarle, con la creazione di bad
bank- fa sì che la liquidità degli istituti italiani sia pressoché
azzerata. Oggi l’unico datore di fondi è rimasta la Banca centrale
europea.
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http://www.altreconomia.it/site/fr_contenuto_detail.php?intId=3655
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
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