STUPIDA RAZZA

venerdì 26 ottobre 2012

Banche italiane al capolinea

Sottocapitalizzate. Burocratizzate. Contigue al sistema politico. Soffocate da derivati e investimenti sbagliati. Provinciali. Care. Dipendenti dallo Stato e dalla Bce. Ciascuno dice la sua sulle banche italiane.
“È un sistema malato” è la definizione di Alessandro Penati, ordinario di Corporate finance e Finanza aziendale presso la facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative all’Università Cattolica di Milano, editorialista per le pagine economiche del quotidiano “la Repubblica” e di solito restio a concedere interviste. “Malato per varie ragioni. Il sistema bancario ricorda le acciaierie degli anni 70: grandi impianti, reti inefficienti e costose. Secondo, la crisi dell’euro riguarda anche le banche italiane, le quali devono fare i conti con un ‘rischio Italia’ che impone loro un costo sulla raccolta di capitali superiore al rendimento dei prestiti che fanno. E proprio questa correlazione tra crisi del debito e crisi delle banche -anche se a livello europeo si si tenterà di separarle, con la creazione di bad bank- fa sì che la liquidità degli istituti italiani sia pressoché azzerata. Oggi l’unico datore di fondi è rimasta la Banca centrale europea.

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