STUPIDA RAZZA

mercoledì 31 ottobre 2012

Non entro in banca e faccio l’agricoltore

L’Italia della crisi procede per apparenti paradossi, che vanno spiegati forse con il tentativo di sciogliere una matassa ingarbugliata, individuando percorsi alternativi rispetto ai terreni accidentati finora battuti. Anche così forse riusciamo a spiegare il moltiplicarsi dell’interesse da parte dei giovanissimi per la terra: da coltivare, da rendere impresa sostenibile, da lavorare in rete. Cresce il numero dei lavoratori indipendenti (2,9%) e dei giovani agricoltori (4,2%). E’ quanto emerge da una indagine della Coldiretti/SWG sulle imprese agricole guidate da under 30 e relativa al secondo trimestre del 2012. Siamo a 62mila imprese attive condotte da ragazzi con meno di 30 anni (in questo ultimo caso si tratta di un’analisi Coldiretti su dati Movimprese). E’ una storica inversione di tendenza, con un aumento che non si registrava da almeno dieci anni. Ma c’è di più. La metà dei giovani di età compresa tra i 18 ed i 34 anni preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che fare l’impiegato in banca (23%) o lavorare in una multinazionale (19%). E gli istituti agrari hanno aumentato dell’11% il numero di iscritti.
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