La
postmodernità di cui si parla comunemente può essere recuperata in una
prospettiva antimoderna? Per rispondere a questa domanda occorre intanto
ricapitolare brevemente cosa si intenda col termine modernità,
che definisce il tipo di civiltà uscito dall’ Umanesimo-Rinascimento,
dal colonialismo che accompagnò le prime manifestazioni del capitalismo,
dalla Riforma protestante, dalla nuova scienza, dall’Illuminismo, dalla
rivoluzione industriale, dalla rivoluzione francese e dal Positivismo.
La
Modernità si configura come antropocentrismo, progressivo rifiuto del
principio di autorità, perdita del senso del sacro e del simbolismo ad
esso legato; è fiducia nella scienza come tecnica di dominio sulla
natura e abbandono di quel senso del limite che la civiltà degli antichi
aveva salvaguardato come qualcosa di sacro; coltiva i nuovi miti del
progresso e dello sviluppo, nella ricerca costante delle novità. A
livello politico segna la fine dell’universalismo medievale, con la
creazione di potenti Stati nazionali, burocratici e accentrati. A
livello economico la Modernità ha trovato la sua massima espressione nel
capitalismo, che per la sua logica interna ha progressivamente spinto
verso la rapida circolazione delle merci e delle persone, facendo infine
del mondo un unico, enorme mercato. A livello sociale ha significato
sradicamento, progressiva unificazione delle culture, rapida crescita
demografica e urbanizzazione.
leggi tutto:http://www.giornaledelribelle.com/
Nessun commento:
Posta un commento