molto minato.......... 
La rielezione di Barack Obama alla Casa bianca elimina un fattore di incertezza nella politica Usa, ma si aggravano le incognite dell’economia, con il debito (privato e pubblico), il deficit dei conti pubblici ed esteri, una finanza fuori controllo
                
La campagna elettorale Usa ha insistito sulla 
disoccupazione scesa al 7,9% (Obama) e sulla crescita ferma quest’anno 
al 2% (Romney). Si è parlato del “dirupo fiscale” che incombe sul 
bilancio federale: se non ci saranno accordi al Congresso, il 1 gennaio 
scatteranno automaticamente 600 miliardi di dollari di tagli di spesa e 
nuove tasse, una manovra enorme (dell’ordine del 15% della spesa 
pubblica Usa) che precipiterebbe il paese nella recessione. Una 
prospettiva che ha preoccupato più il G20 che gli elettori Usa. I 
democratici controllano il Senato mentre alla Camera dei rappresentati 
la maggioranza è dei repubblicani più estremisti, che hanno bloccato 
ogni mossa di Obama e difendono gli sgravi fiscali ai più ricchi. Le 
elezioni del 6 novembre non hanno mutato quest’impasse ed è difficile 
pensare a un consenso che risani i conti Usa evitando il “dirupo”.La rielezione di Barack Obama alla Casa bianca elimina un fattore di incertezza nella politica Usa, ma si aggravano le incognite dell’economia, con il debito (privato e pubblico), il deficit dei conti pubblici ed esteri, una finanza fuori controllo
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