Che succede al diritto in un mondo senza terra? Orfano di territori
circoscritti in cui affondare le proprie radici e di tutela da parte di
sovranità nazionali capaci di imporlo? Cosa ne è di esso, quando si
interrompono le grandi narrazioni che per secoli ne hanno costituito lo
sfondo? Sono queste le domande cruciali che Stefano Rodotà pone in un
libro - Il diritto di avere diritti, appena edito da Laterza - in
cui sembrano convergere, componendosi in un affresco di rara
suggestione, le grandi questioni che egli ha sollevato in questi anni
con coerenza e passione. Prima ancora che un vasto ripensamento del
diritto nell'età della globalizzazione, sono in gioco i rapporti tra
spazio e tempo, vita e tecnica, potere ed esistenza in una trama
discorsiva che intreccia continuità e discontinuità senza assolutizzare
né l'una né l'altra. Ciò che conferisce all'analisi forza e respiro è la
consapevolezza che anche le più clamorose rotture sono percepibili solo
in rapporto ai tempi lunghi entro cui si ritagliano.
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http://www.repubblica.it/speciali/repubblica-delle-idee/edizione2012/2012/11/23/news/in_nome_delle_leggi_perch_la_libert_dipende_dai_diritti-47248733/?ref=HREC2-15
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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