STUPIDA RAZZA

lunedì 8 aprile 2013

Il volto amico dell'austerity: un aiuto a riscoprire l'essenziale

La crisi economica ci ha costretti a fare i conti con ciò che è essenziale e con ciò che non lo è. È pur vero che alcune rinunce sono state, e sempre più lo saranno, dolorose in termini di appagamento individuale e di gratificazione collettiva. Ma pensarci come fruitori e non più soltanto come consumatori, non è detto che sia un male. Beninteso, nessuno è talmente folle da scambiare la sobrietà con la povertà: chi intende muoversi su questa strada si esercita in una ignobile demagogia i cui effetti non è difficile individuare in una depressione generale con l’inevitabile conseguenza di far regredire la società a uno stadio quasi barbaro. È possibile muoversi, però, in tempi di magra lungo il percorso dell’austerità dei costumi e dei consumi, dello stile di vita insomma, dopo aver a lungo indugiato attorno a un narcisistico compiacimento di noi stessi nutrito dalla certezza di poter contare su inesauribili risorse, fosse pure a scapito dell’ambiente e dei rapporti umani.
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