Per decenni alla scelta antinucleare dell’87 si è imputato il costo della nostra “bolletta energetica”. Ma ora vediamo che ci ha risparmiato, oltre ai particolari pericoli del nucleare in casa, i costi di fare, e adesso smantellare, centrali che avremmo avute di “seconda generazione”, superate e infide. C’è analogia col risparmio venutoci dall’aborto del progetto governativo sul nucleare e sullo stretto di Messina. Se ne trae la morale che il non fare è meglio di un fare avventuristico.
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http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=39135
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
lunedì 13 giugno 2011
Il nucleare nella coazione allo sviluppo
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