Il nostro Giggino Di Maio è troppo giovane per guidare una forza politica della portata del M5S, troppo giovane e inesperto, non perché abbia sbagliato qualche congiuntivo in corso d’opera, quello può capitare anche ai pasdaran della cultura accademica, magari nell’epoca degli apocalittici e degli integrati, ma soprattutto perché è privo di letture fondamentali per affrontare un compito così arduo.
Probabilmente non ha letto “Il Principe” di Machiavelli (a differenza di Salvini), un manuale di strategia politica criminale che insegna ai governanti a conquistare il potere, a potenziarlo e infine a mantenerlo, anche attraverso la truffa, l’inganno, il tradimento, l’omicidio, la strage. Diversamente saprebbe che nel suo caso, nell’abbraccio mortale con un politico navigato come Salvini, complice delle più immonde schifezze dei governi berlusconiani, lui è destinato ad essere spellato vivo, ingoiato e digerito in un sol boccone .
Probabilmente non ha letto nemmeno “Non pensare all’elefante” di George Lakoff, che ci insegna che le persone non votano secondo ragione, ma secondo emozione valoriale, non votano per il proprio interesse, ma per i valori in cui si identificano. Un voto in cambio di un desiderio, un voto in cambio di un’identità. Il marketing elettorale per convincere gli elettori dovrebbe limitarsi a trasferire nelle loro coscienze i loro stessi modelli di vita.
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