Un articolo che avevo pubblicato quasi cinque anni fa, “Putin alle élite occidentali: la ricreazione è finita”, si è rivelato uno dei pezzi più popolari da me scritti finora, con oltre 200.000 letture nel corso degli anni. Avevo commentato il discorso di Putin alla conferenza del Valdai Club, nel 2014. Con quel discorso [Putin] aveva definito le nuove regole in base alle quali la Russia avrebbe condotto la propria politica estera: allo scoperto, completamente in pubblico, come una nazione sovrana fra le altre nazioni sovrane, affermando i propri interessi nazionali e chiedendo di essere trattata alla pari. Ancora una volta, le élite occidentali avevano perso l’occasione per dargli retta.
Invece di una cooperazione reciprocamente vantaggiosa, hanno continuato a parlare un linguaggio fatto di vuote accuse e di inutili e controproducenti sanzioni. E così, nel discorso di ieri [20 febbraio, NdT] davanti all’Assemblea Nazionale Russa, Putin ha avuto un tono di assoluto e totale sdegno e disprezzo nei confronti dei suoi “partner occidentali”, come li definisce di solito. Questa volta li ha chiamati “porci.”
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