La crisi è l'occasione per allargare lo sguardo a  settori dell'economia e del sociale fuori del mercato, verso dimensioni  del lavoro non mercantili, solidali, di cura e attenzione per i luoghi,  le società e le persone. Alcuni libri recenti offrono coordinate  preziose per saperne di più
Il lavoro al centro delle iniziative del  governo, e al centro dell’attenzione. Un percorso che va avanti nelle  sedi politiche, in convegni, con commenti di esperti; e anche, ovvio,  scontri e critiche, manifestazioni e scioperi. Una questione cruciale  per proposte e ricerca di soluzioni. Sarebbe utile richiamare  l’attenzione sulla parola, e la concezione, del lavoro, e sul  fatto che sono rimasti fin qui fuori temi e prospettive che in fasi del  passato (ugualmente segnate da “crisi”, “disoccupazione”, dall’urgenza  di proposte e di politiche) erano stati parte del discorso pubblico e  dell’agenda. Se certo ci troviamo oggi di fronte a dimensioni nuove, a  processi che rendono il quadro più complicato che nel passato, due  aspetti sarebbe bene metterli in luce: il primo, come siano ricorrenti  fasi di malfunzionamento dell’economia, di “crisi”, appunto (su questo,  una lettura che consiglierei è Il capitalismo occidentale del dopoguerra  di Michael Kidron, Laterza, 1969). Dunque allargare la prospettiva,  tener presenti i riferimenti a fasi del passato e alle diverse  situazioni (in Europa e altrove). Ovvio che si può insistere su  condizioni particolarmente complicate e gravi di questo momento storico.  Ma quante volte gli umani sono riusciti a superare esperienze di  drammatica difficoltà (e le tragedie delle guerre, non dimentichiamole).  I “giovani” potrebbero forse ridimensionare le letture prevalenti che  li segnano come una generazione segnata da un futuro senza speranze. leggi tutto:
http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/alter/L-economia-e-il-lavoro-fuori-del-mercato-13073

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