La combinazione tra crisi economica e crisi ecologica rende evidente che la società della crescita è finita, ma che ancora non sappiamo come costruire una società del benessere per tutti
Di fronte alla crisi economica e occupazionale e alla crisi del debito pubblico che attanagliano il nostro paese, la parola ripetuta come un mantra salvifico è “crescita”. Quasi taciuto, invece, è il fatto che a questa fase di stallo economico, attraversata anche da altri paesi tra quelli di più vecchia industrializzazione, si accompagna, nel mondo, la crisi ecologica dovuta alla perdita di biodiversità e al superamento della carrying capacity del pianeta. Sarebbe interessante dunque che si discutesse a quale crescita si punta, per evitare la perpetuazione di questo modello economico-produttivo che ci ha portati alla non meno drammatica crisi dei cambiamenti climatici, e che ha nel Pil l’unità di misura per eccellenza dello stato di salute dell’economia. Essendo la crisi economica intrecciata da un lato a quella energetica (leggi: fine dell’epoca del greggio a basso costo e, nel caso dell’Italia, bolletta energetica che nel 2011 ha toccato i 62 miliardi di euro) e, dall’altro, a quella dei cambiamenti climatici, perché non coglierla come opportunità di cambiamento in direzione della sostenibilità ambientale e sociale? leggi tutto:
http://www.sbilanciamoci.info/Sezioni/alter/Si-fa-presto-a-dire-crescita-13080
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