siamo una banda di coglioni.
Mai come quest'anno la sfilata allegorica del primo maggio, con tutto il suo corollario di bandiere rosse, sindacalisti d'accatto e
 guitti da cortile, appare come un esercizio retorico privo di 
costrutto, completamente disancorato dalla realtà. Una sorta di nemesi 
delle coscienze, anestetizzate dalla ripetitività di gesti senza senso e
 inebetite dai ritmi sincopati di concertini rock, usati per creare un 
pubblico all'imbonitore di turno.
 In primo luogo non si comprende bene la natura dell'oggetto che ci si appresta a festeggiare. 
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