NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
mercoledì 12 giugno 2019
I GIORNALISTI CHE TACCIONO SULLA DIFFICILE SITUAZIONE DI ASSANGE SONO COMPLICI DELLA TORTURA E DELLA PRIGIONIA
Quando Julian Assange è stato trascinato via dall’ambasciata ecuadoriana a Londra e arrestato dalla polizia, dietro ordine del governo degli Stati Uniti, la maggior parte dei giornalisti occidentali sogghignarono, ridacchiarono e si misero in fila per lavarsi pubblicamente le proprie mani nei confronti di lui.
Gli opinionisti dei media atlantisti hanno iniziato subito a sostenere nei loro articoli che in realtà Assange era “non un giornalista” ma “una spia di Putin” e arrivarono in fretta e furia a diffamarlo in ogni modo. Gli hacker compiaciuti hanno sminuito il suo aspetto su Twitter. Hanno condiviso con entusiasmo le voci salaci sulle sue abitudini personali. Molti hanno sostenuto che era il suo presunto “comportamento scorretto” che ha spinto l’Ecuador a espellerlo improvvisamente dalla sua ambascita dopo sette anni – e hanno difeso l’amministrazione Trump quando ha spianato un’accusa di cospirazione per hackerare un computer governativo, sostenendo che in realtà non era così un grande affare. Assange non era il giornalista tipico del loro club, quindi c’era poco bisogno di difenderlo.
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