STUPIDA RAZZA

venerdì 7 ottobre 2011

Antipolitica: la rivolta contro il potere e le tentazioni populiste

bisognerebbe che l'antipolitica fosse rivolta verso la frase segnata in nero,non verso quella segnata in giallo.
In ogni caso, questa antipolitica è rivolta non contro la politica in quanto tale né contro un sistema da abbattere con la rivoluzione, ma contro un ceto politico che ha deluso le aspettative – che viene rifiutato con la stessa feroce energia con cui lo si era amato; che viene respinto come corrotto tanto quanto da esso ci si era lasciati corrompere – . Ed è quindi, con ogni evidenza, essa stessa una politica, che non sa di esserlo, o non vuole ammetterlo.
Antipolitica è molte cose. È la disperazione di Adelchi morente: «non resta che far torto o patirlo. Una feroce forza il mondo possiede». La politica ha in sé, per sempre, lo stigma del peccato, della violenza che si replica nei secoli. Antipolitica è essere persuasi che la politica è l'Inferno in terra. Antipolitica è anche l'ostinazione di Antigone a uscire dall'implacabile logica amico/nemico che il re Creonte codifica nelle sue leggi: chi ha combattuto contro la città va messo al bando dall'umanità, anche da morto; va escluso dalla sepoltura. Ma un'uscita verso una comunità d'amore e non d'odio – quell'uscita che Antigone desidera – non può avvenire sulla terra: solo nell'Ade c'è spazio per la pietà. Antipolitica è poi quella di Julien Benda che difende la purezza disinteressata del sapere dalla commistione con la politica. Ed è anche lo sforzo di Thomas Mann di sfuggire alla forza d'attrazione gravitazionale che si sprigiona dal semplice sapere che la politica esiste, e che è la dimensione della nostra finitezza.
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http://temi.repubblica.it/micromega-online/antipolitica-la-rivolta-contro-il-potere-e-le-tentazioni-populiste/

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