Fermare la globalizzazione per salvare l’economia italiana
Quella
che stiamo vivendo non è certo la “prima globalizzazione”, dato che gli
storici considerano l’ultima parte dell’Ottocento e i primissimi anni
del Novecento, come il primo tentativo da parte dell’economia liberista
di imporre la propria dottrina e quindi, di fatto, di permettere agli
ingenti capitali delle compagnie europee di essere liberi di circolare
per il globo alla ricerca di nuovi profitti. L’era della “seconda
globalizzazione” è iniziata con lo sfaldamento del blocco sovietico e
quindi la venuta meno della “cortina di ferro” che impediva ai due mondi
– quello capitalista americano e quello comunista sovietico – di
commerciare liberamente. A partire da quel momento tutte le grandi
corporation sono state libere di agire a proprio piacimento per la
massimizzazione dei propri profitti su scala mondiale, ricercando quindi
le migliori condizioni in cui produrre o far produrre le loro merci da
poi rivendere a caro prezzo ai ricchi consumatori americani ed europei.
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