Diciamolo in maniera ancora più chiara: il
prezzo da pagare per la libertà è la distruzione dell'economico in
quanto valore centrale e, di fatto, unico. È un prezzo davvero tanto
alto? Per me, certamente no: preferisco infinitamente avere un nuovo
amico piuttosto che un'automobile nuova. Preferenza soggettiva, senza
dubbio. Ma «oggettivamente»? Lascio volentieri ai filosofi politici il
compito di «fondare» lo (pseudo)-consumo in quanto valore supremo.
Uscire dal vicolo cieco della società della crescita, significa
trovare le vie che ci consentano di costruire il mondo «altro» della
sobrietà volontaria e dell'abbondanza frugale che noi riteniamo
possibile; prima però bisogna uscire dai solchi del pensiero «critico»,
ossia di quelle vecchie idee preconfezionate che costituiscono il
valore d'avviamento delle sinistre, di tutte le sinistre.
leggi tutto:
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=46338
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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