Quando ci
accorgeremo come umanità, del disastro pianificato, attuato, prodotto e
perseguito negli ultimi 250 anni e con sempre maggiore intensità,
negli ultimi 50-60 anni, sarà sempre troppo tardi. L’umanità ha sempre
ragionato con gli occhi bassi. Ha saputo guardare solo ad un palmo del
suo naso. Non ha avuto nella sua collettività lo sguardo umano, degno
di tal nome, nel guardare lontano. Non ha avuto lo sguardo da aquila,
capace di vedere lungo.
I vantaggi
del tempo presente, di ogni tempo presente, hanno sempre avuto la
meglio sulla capacità di futuro degli altri. Dove per altri non intendo
soltanto gli esseri umani, ma prima ancora, delle piante, del mare,
degli animali, del cielo, dei fiumi, dell’aria. In una sola parola del
mondo. E’ stato così dalla rivoluzione industriale in poi. Progresso
spacciato sempre ed incondizionatamente come sinonimo di benessere.
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