NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
martedì 8 luglio 2014
La Bri: niente scorciatoie nell’uscita dalla crisi per crescere servono riforme, non nuovi debiti
Una crescita figlia del debito e dei tassi minimi, borse sostenute
dall’azione delle banche centrali, istituti (specie europei) che
bloccano la ripresa non facendo emergere le perdite sui loro crediti per
evitare di dover ricapitalizzare. La Banca dei regolamenti
internazionali di Basilea, nel rapporto annuale, fotografa così una
congiuntura vista ancora malcerta. La “banca delle banche centrali”, da
anni guardinga sui rischi di bolle causa tassi ridotti, vorrebbe una
crescita «meno dipendente dal debito» perché l’economia potrebbe «essere
avviata lungo una traiettoria insostenibile». Claudio Borio, capo
dipartimento Affari economici e monetari della Bri, aggiunge: «In alcuni
paesi colpiti dalla crisi ci sono segnali troppo familiari di crescente
vulnerabilità finanziaria». «La bontà delle politiche – recita il
rapporto – non consiste nel cercare di pompare crescita a tutti i costi
quanto nel rimuovere gli ostacoli che la frenano»; si cita ad esempio la
deludente parabola della produttività. Per la Bri «c’è la possibilità
di una trappola del debito: cercando di stimolare l’economia con tassi
bassi si incoraggia l’assunzione di altro debito aggravando il
problema». Quanto alle misure espansive di politica monetaria, «hanno
rafforzato la resilienza del sistema finanziario ma non si sono
dimostrate altrettanto efficaci» a contenere il debito. Che fare? «Nei
paesi dove le autorità si sono impegnate per costringere le banche a
riconoscere le perdite e a ricapitalizzarsi, come gli Usa, la ripresa è
stata più solida», conclude il rapporto Bri.
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